mercoledì 29 giugno 2022

Pradalago e Malghette

 

29 giugno 2022 - 1659

Pradalago e Malghette

 

Sulle pendici che sovrastano Passo Campo Carlo Magno, in una giornata con forte minaccia di pioggia riusciamo a fare una gita circolare toccando due laghi e due rifugi.

 

L'utilizzo delle fotografie e del testo è soggetto a COPYRIGHT (C)

tuttavia, non ho difficoltà ad autorizzarne la pubblicazione ed eventualmente

anche a fornire file fotografici con maggior definizione. Scrivetemi: mfgardini@tiscali.it

 

Zona: Madonna di Campiglio

Gruppo: Adamello e Presanella

Mappe: 4LAND: 138 - TABACCO: 053 - KOMPASS: Digital Map Alpi

Dislivello metri: 360         Tempi ore: 3:20 

Distanza Km: 8,5               Valutazione: E

Itinerario: Malga Zeledria (1767), Pradalago (2085), Lago Malghette (1890) sotto Malga di Vigo (1795), Malga Zeledria (1767)

 


Dal Passo di Campo Carlo Magno, che si trova a nord della nota stazione turistica di Madonna di Campiglio, prendiamo la stretta strada asfaltata che ci conduce alla Cascina Zeledria, una fattoria a quota 1767 con grande stalla e ampi parcheggi (Foto 1).


Quando imbocchiamo il sentiero 265 per il Rifugio Viviani-Pradalago il tempo minaccia pioggia, peccato perché già da qui il panorama verso il Gruppo del Brenta col sole sarebbe fantastico. Il sentiero sale nel bosco, attraversa due piste da sci che in questa stagione sono prati pieni di fiori (Foto 2) e a m 2085 raggiunge il rifugio Viviani.


Accanto al rifugio c’è il bel laghetto Pradalago in cui si dovrebbe specchiare la cima Zeledria che ci domina, dovrebbe perché col cielo plumbeo questo non avviene (Foto 3).



Il sentiero 265 quasi piano ma molto ciottoloso, prosegue verso nord in un labirinto di cespugli di rododendro (Foto 4-5). A m 2090 superiamo il bivio per il Lago Scuro e i Tre Laghi dopo di che iniziamo a scendere.


Entrati nel bosco la discesa si fa più ripida, a tratti scalinata, e a m 1890 raggiunge il lago delle Malghette sulle cui sponde si affaccia il rinnovato omonimo rifugio (Foto 6).

In tutto il percorso non abbiamo trovato escursionisti, ma qui al lago invece sono numerosi così come sono tanti quelli che incrociamo nel proseguimento. Siamo ancora sul 265 che ora perde velocemente quota e che a m 1795 raggiunge la spianata da cui in inverno partono due seggiovie, siamo infatti al punto di raccordo del bacino sciistico di Folgarida con quello di Madonna di Campiglio. Qui troviamo alcuni sentieri chiusi e deviazioni dovute ad una grossa frana. Individuata una forestale che punta a sud-est la seguiamo e solo dopo mezz’ora di cammino troviamo della segnaletica. Proseguendo sulla forestale si raggiugerebbe Passo Carlo Magno e il ristorante Palù della Fava, mentre prendendo sulla destra il sentiero B08 dovremmo raggiungere Malga Zeledria data a venti minuti. Il sentiero pressoché pianeggiante utilizza diverse passerelle per attraversare i tratti paludosi spuntando alla fine sui pascoli attigui a Malga Zeledria. Non è piovuto ma il Brenta che abbiamo difronte è ancora avvolto dalle nuvole.

martedì 28 giugno 2022

Doss del Sabion

 

28 giugno 2022 - 1658

Doss del Sabion

 

Questa breve escursione si svolge in quel territorio che può essere definito “Le Pendici del Brenta” e difronte abbiamo proprio le tre maggiori cime del gruppo: Cima Brenta, Crozzon del Brenta e Cima Tosa.

 

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Zona: Pinzolo

Gruppo: Brenta

Mappe: 4LAND: 139 - TABACCO: 053 - KOMPASS: Digital Map Alpi

Dislivello metri: +600 -0   Tempi ore: 2:15 

Distanza Km: 5,4               Valutazione: T

Itinerario: Pra Rodont (1500), Malga Cioca (1722), Doss del Sabion (2101).

 

Raggiunto nell’Alta Val Rendena il Comune di Pinzolo posteggiamo nell’ampio parcheggio che si trova proprio davanti alla chiesa di San Vigilio famosa per il dipinto cinquecentesco della “Danza Macabra” di Simone Baschenis. Parte da qui la cabinovia che prendiamo per salire a Pra Rodont.


All’uscita della stazione a monte della cabinovia seguiamo le indicazioni Malga Cioca percorrendo la larga forestale che in leggera salita punta a nord e ci porta dai 1500 metri iniziali ai 1610 metri. Qui sulla destra parte il sentiero per Malga Cioca data, stranamente, a 28 minuti. Procediamo nel bosco con qualche tratto scalinato sbucando sui prati nei pressi della malga a quota 1722. Sul fianco della malga e della stalla si trova il ristorante “Malga Cioca” (Foto 1)


e poco lontano l’arrivo della cabinovia che dall’anno della sua costruzione, il 2010, viene utilizzata in inverno dagli sciatori per poi lanciarsi sulla pista nera “Tulot”. Mentre giù in basso vediamo l’inizio della Val di Genova (Foto 2)


imbocchiamo dal prato sovrastante la malga il sentiero 357 per il Doss del Sabion, Inoltrati nell’abetaia risaliamo fino al lato della pista da sci “Cioca 1” la percorriamo fra le mucche che ci circondano (Foto 3), passiamo sotto i cavi della seggiovia Cioca-Zapel e ci alziamo lungo il crinale che raggiunge la cima del Doss del Sabion.






Nonostante il tempo sia minaccioso la vista che abbiamo da quassù è eccezionale e per meglio apprezzarla raggiungiamo un vicino punto panoramico con panchine.Se la vista è spettacolare verso il Gruppo del Brenta che sembra potersi toccare con la mano, purtroppo quella verso la Presanella e il Carè Alto è seminascosta dalle nuvole (Foto 4‑5‑6).

Non possiamo però godere molto del panorama perché il tempo sembra volgere velocemente alla pioggia per cui ci portiamo velocemente alla partenza della seggiovia che ci riporta a Pra Rodont e al ristorante, dove, sotto una tettoia possiamo pranzare al coperto e isolati da altri clienti. La gita si conclude utilizzando per la discesa la cabinovia e visitando, almeno dall’esterno, la chiesa di San Vigilio che abbiamo sempre trovato chiusa.