giovedì 22 maggio 2014

Isola di Stromboli


ISOLA DI StrombolI
21 - 22 - 23 - 24 maggio 2014

L'isola di Stromboli è la più settentrionale delle Eolie e la più lontana. É un cono vulcanico che si innalza direttamente dal mare e ha solo due aree abitate: Stromboli e la piccolissima Ginostra. Non ci sono strade che collegano i due paesi. I trasporti di merci e persone, a Stromboli avvengono solo con motocarrozzette e a Ginostra, raggiungibile esclusivamente via mare ci si muove a piedi mentre i trasporti si fanno a spalla o con carriole cingolate. L'illuminazione stradale non esiste, come non esistono fonti d'acqua. Il rifornimento idrico di Stromboli, così come quello delle altre isole eoliche, avviene con navi cisterna dalla terra ferma. L'attrattiva dell'isola è il vulcano con una persistente attività esplosiva; è uno dei vulcani più attivi del mondo.

STROMBOLI (escursione diurna)
22 maggio 2014 - 1113

La salita notturna al Vulcano è l'attrattiva maggiore dell'Isola, ma non l'unica. Decidiamo così di occupare la mattinata con una gita lungo i sentieri settentrionali.

Zona: Isole Eolie                Mappe: Komp.: 693           Dislivello: 300 Durata: 3.15   Valutazione: T
Itinerario:  Albergo (10), Cimitero vecchio (100), Bivio (215), Tavolo Belvedere (265), Bivio Sciara del Fuoco (220),Punta Labronzo (100), Chiesa San Bortolo (90), albergo (10).



   

Il nostro albergo, l'Hotel Miramare (Foto 1)




dove siamo giunti a bordo delle caratteristiche motorette, unico mezzo di trasporto dell'isola (Foto 2),
 





è posto difronte alla spiaggia di Ficogrande, dove numerosi cartelli avvertono che siamo in zona con pericolo di "Tsunami" (Foto 3).

Alla sera, dal terrazzo della nostra stanza, possiamo ammirare il tramonto (Foto 4).

E' da qui che inizia la nostra escursione del mattino. Raggiungiamo il centro di Stromboli e nei pressi della chiesa di San Vincenzo, prendiamo la stradina che sale in direzione ovest, la stessa che conduce alla cima del vulcano (Foto 5).

Superiamo l'edificio del Semaforo Nuovo, sede della protezione civile, e raggiungiamo il Cimitero Vecchio non più in uso e abbandonato. Qualche vecchia tomba è ancora rivestita delle classiche maioliche eoliane (Foto 6).

A quota 215 un bivio: a sinistra verso la cima del vulcano, a destra indicato da un cartello il "Sentiero Naturale Paesistico SCIARA DEL FUOCO", sentiero che noi prendiamo. Con continui sali-scendi, camminando fra cespugli in fiore e dominando le spiagge settentrionali dell'isola, giungiamo alla quota massima di metri 265 per poi calare fino a un altro bivio: a sinistra in salita verso la Sciara del Fuoco, ma noi prendila stradina lastricata verso S.Vincenzo. Scendendo, sentiamo i boati e vediamo le fumate dovute alle esplosioni dei crateri in quota (Foto 7).

A quota 100, dove è collocato un ristorante, ci troviamo sopra Punta Labronzo e ora i sentiero punta verso il paese. Tutt'intorno a noi fiori di ogni tipo, in basso la spiaggia nera e poco lontano lo scoglio di Strambolicchio (Foto 8)


Quasi in piano raggiungiamo le prime case di Stromboli e la chiesa di San Bortolo e da qui fra le strette stradine del paese rientriamo all'albergo.





STROMBOLI (escursione NOTTurna)
22 maggio 2014 - 1114

Lipari, Vulcano, Salina e per ultima Stromboli. La vacanza è stata particolarmente bella e ci ha offerto luoghi e paesaggi diversi. La salita notturna al vulcano con lo spettacolo pirotecnico sulla cima è la degna e appropriata conclusione di una breve ma intensa vacanza.

Zona: Isole Eolie                Mappe: Komp.: 693           Dislivello: 850 Durata: 4.45   Valutazione: E
Itinerario:  San Vincenzo (50), Osservatorio Geofisico (200), piazzola in quota (880), Sopra la Fossa (892), San Vincenzo (50).
  


La salita notturna al cratere dell'isola può essere fatta esclusivamente con le Guide Alpine Vulcanologiche Autorizzate AGAI ed è richiesto un minimo di attrezzatura. Per questo nel centro del paese si trovano più agenzie di guide e numerosi negozi che affittano lampade, vestiario, zaini, scarponi.
Alle 17.30 inizia il nostro cammino partendo da San Vincenzo. Il nostro gruppo è formato da venti escursionisti, una guida in testa e un aiuto guida in coda (Foto 9).



Apprendiamo che oggi i gruppi di salita sono 13 per cui sulla cima del vulcano ci troveremo in circa 250. Inizialmente il percorso è lo stesso di quello fatto al mattino, ma giunti al bivio di quota 215, prendiamo a sinistra. Ora la salita si fa più ripida e il panorama verso il mare si amplia. Intorno ai 500 metri usciti dalla vegetazione il sentiero diventa sabbioso, una sabbia nera di evidente origine vulcanica. Procediamo in fila indiana molto lentamente e numerose sono le soste per permettere a tutto il gruppo di rimanere compatto (Foto 10).



Guardando verso l'alto, vediamo sul tracciato i gruppi che ci precedono, siamo veramente in tanti; ma molti meno, a quanto ci viene detto, di quello che accade nelle giornate di piena estate (Foto 11).



Sono le 20.30 quando raggiungiamo l'anticima del vulcano a quota 880 e il sole è già tramontato. La guida ci comunica che in questo punto, dove sono numerose le piazzole protette da muriccioli, ci fermeremo in attesa di salire alla cima "Sopra la Fossa", questo perché la cima è stretta e può ospitare al massimo due o tre gruppi alla volta (Foto 12).



Qui dobbiamo indossare anche i caschi dateci in dotazione in partenza e visto che ormai è notte le lampade. Arrivato il nostro turno di salita, in pochi minuti raggiungiamo la cima, che trovandosi sopra il cratere è denominata "Sopra la Fossa (Foto 13).









Ci sediamo per godere lo spettacolo offertoci da sei bocche di cratere che con intervalli di dieci quindici minuti esplodono proiettando nell'aria lapilli infuocati. Ogni esplosione è diversa dall'altra e sembra di assistere a uno spettacolo di fuochi artificiali, fuochi che però sono naturali e vengono dalle viscere della terra (Foto 14-15).




Circa un'ora di spettacolo e poi inizia la discesa su un percorso diverso da quello di salita (Foto 16)


Per più di quattrocento metri la discesa è molto ripida e diritta su un fondo di morbida cenere, la sensazione è quella di essere su un canalone nevoso dove però non si scivola. Intorno ai 500 metri il sentiero torna a essere sassoso e fra la vegetazione, ci ricongiungiamo col sentiero di salita arrivando in paese alle 23.10. I ristoranti sono tutti aperti e pronti a servire la cena agli escursionisti.


A ginostra e giro di stromboli in barcA
23 maggio 2014

Abbiamo ancora un giorno a disposizione e allora perché non utilizzare la barca per raggiungere
la recondita Ginostra sulla sponda occidentale e completare la gita facendo il giro dell'isola?




In una mattinata in cui sembra imminente la pioggia, una barca di cui siamo gli unici passeggeri, ci porta al "Pertuso" sulla sponda opposta dell'isola sotto Ginostra. Approdiamo nello stupendo antico porto naturale (Foto 17)



e con stradina stretta e scalinata saliamo al paese. Trovata l'indicazione "Punta Corvo" percorriamo prima una strada lastricata e poi un sentiero che in circa un'ora ci porta alla piazzola di Punta Corvo. Siamo 100 metri sopra il mare di Punta Chiappe e al limite della grandiosa e impressionante Sciara del Fuoco: una colata di cenere e lapilli che, sprigionati dai crateri posti a 800 metri, si allarga e raggiunge il mare. Di tanto in tanto nuvole di polvere si alzano dal materiale che sta franando (Foto 18),



mentre sulla cima sono evidenti i pennacchi di fumo emessi dall'attività vulcanica (Foto 19).



Dopo una lunga sosta, rientriamo a Ginostra, girovaghiamo fra piante di capperi in fiore (Foto 20),



deserte stradine e case chiuse e, trovato un ristorante aperto e deserto, ci fermiamo per il pranzo. Nello scendere al porticciolo possiamo vedere l'unico mezzo di trasporto del posto, una meccanica carriola cingolata (Foto 21).



La barca con cui abbiamo appuntamento ci riprende e completa il giro dell'isola passando davanti alla Sciara del Fuoco, ancor più impressionante vista dal mare (Foto 22),


e attorniando anche l'alto scoglio di Strambolicchio, costituto da rocce di basalto, andesite ed augite. Tale formazione detta neck, o spina vulcanica è quanto rimane della torre di magma solidificato che inizialmente stava all’interno del condotto di un antico vulcano (Foto 23)


La barca ci lascia direttamente sulla nera spiaggia di Ficogrande proprio ai piedi dell'albergo.



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