domenica 31 maggio 2020

Giro del Lago di Levico


31 maggio 2020 - 1486
Giro del Lago di Levico

Qualche volta si può fare anche una passeggiata riposante, oggi facciamo il giro completo del Lago di Levico

L'utilizzo delle fotografie e del testo è soggetto a COPYRIGHT (C)
tuttavia non ho difficoltà ad autorizzarne la pubblicazione ed eventualmente
anche a fornire file fotografici con maggior definizione. Scrivetemi: mfgardini@tiscali.it

Zona: Val Sugana
Gruppo: Lagorai
Mappe: TABACCO: 57 - KOMPASS: Digital Map Alpi -
Dislivello metri: 175         Tempi ore: 2:20  Distanza Km: 8,3               Valutazione: T
Itinerario: Giro del Lago di Ledro in senso antiorario partendo da Visintainer

Posteggiata la macchina a lato della strada bianca che si trova poco discosta dal lago in località Visintainer, puntiamo a nord e imbocchiamo sulla sinistra il sentierino indicato come giro del Lago.
Dopo un tratto nel bosco il sentiero raggiunge la punta nord del lago e da qui con un susseguirsi di sali scendi ne percorre la sponda occidentale (Foto 1).
In questo tratto il percorso, trattandosi di un sentiero nel bosco, è un po’ accidentato ma non crea nessuna difficoltà a chi cammina (Foto 2).

Non è comunque fattibile con carrozzine. Dopo circa 4 km di cammino sbuchiamo sulla strada asfaltata e da qui, seguendo le indicazioni del percorso pedonale, passiamo fra stabilimenti balneari e campeggi giungendo all’area prativa con spiaggia sul lago (Foto 3-4).
In questa zona vi sono anche alberghi e bar per cui ci concediamo una sosta. Ripreso il cammino ora percorriamo la passeggiata che costeggia il lato est del lago. Questa è una comoda strada bianca, larga, molto frequentata e vietata ai ciclisti, Al contrario della sponda occidentale corre senza dislivelli proprio a lato dell’acqua e quindi è anche molto panoramica (Foto 5).

Nella parte più stretta del lago le acque sono tranquille e in alcuni punti abbellite dalle ninfee (Foto 6-7).
Una salitina cementata ci riporta sulla strada aperta al traffico e con questa giungiamo al posteggio.

sabato 30 maggio 2020

Monte Cuzzo


30 maggio 2020 - 1485
Monte Cuzzo
(Gitsch Berg)

Salita alla vetta del monte Cuzzo che offre una spettacolare vista panoramica su innumerevoli cime montagnose. Il panorama spazia dalle Dolomiti al gruppo del Brenta, dalle Alpi della Zillertal e dello Stubai fino alle Alpi Venostane a nord-ovest.

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Zona: Val Pusteria
Gruppo: Monti di Fundres
Mappe: TABACCO: 037 - KOMPASS: Digital Map Alpi -
Dislivello metri: 800         Tempi ore: 4:00  Distanza Km: 7,6               Valutazione: E
Itinerario:  Kiener Alm (1748), Bergrestarant Gitschberg (2055), Gitschütte (2210), Monte Cuzzo (2510), Gitschhütte (2210), Zaßler Alm 2050), Pichler Hütte (1918), Kiener Alm (1748).

Da Rio Pusteria saliamo al paese di Maranza e raggiungiamo la Kiener Alm. Siamo ai 1748 m della Forcella di Kiens valico da cui si scende in Val di Fundres.
Il sentiero che imbocchiamo è il 20 e le tabelle danno Gitsch / Monte Cuzzo a ore 2.30. Il percorso parte subito ripido e risale quella che in inverno è una pista sciistica raggiungendo a quota 2055 il Bergrestaurant Gitschberg (Foto 1).
Siamo al centro del carosello sciistico di Maranzae ai piedi del versante sud del Monte Cuzzo. Risalendo il pendio giungiamo alla Gitschhütte e proseguiamo col sentiero 12 che ci porta sul lato destro del pendio. Passando anche tra alcune chiazze residue di neve e fra i primi ciuffi di anemoni (Foto 2)
raggiungiamo a m 2510 la cima del Monte Cuzzo. Una grande croce stellata, una tavola di orientamento circolare e tante tante cime tutt’attorno (Foto 3).
Le guide turistiche dicono “splendida vista su più di 500 vette circostanti”; le ammiriamo ma non riusciamo a contarle ... In basso la Val di Fundres e la Val Pusteria (Foto 4).
Noi siamo saliti dal facile versante meridionale ma alla cima giunge anche un percorso ripido e attrezzato dal versante settentrionale che però, constatato anche il persistere della neve, ci guardiamo bene dall’affrontare. Per la discesa ripercorriamo quindi lo stesso itinerario della salita fino quasi alla Gitschhütte. Sul fianco della stazione di partenza della seggiovia che sale alla cima parte il sentiero che con un’ampia curva ci porta all’antica Zaßler Alm e al rifugio Zaßler / Zaßlerhütte (Foto 5).
Tutti i rifugi trovati lungo l’intero percorso sono ancora chiusi evidentemente la stagione turistica, anche a causa del Covid19, non è ancora iniziata. Proseguiamo seguendo la carrareccia che ci porta alla Pichlerhütte dove, abbandonata la carrareccia, prendiamo il sentiero che sale sulla sinistra senza alcuna indicazione. Pochi metri e sul fianco di una pista sciistica troviamo l’indicazione per la Kiener Alm / malga Kiener. Purtroppo dopo pochi metri il sentiero è invaso da tronchi schiantati a terra e con molta difficoltà ne usciamo. Abbandonato il sentiero impraticabile raggiungiamo finalmente un prato sgombero da alberi (Foto 6)
e il sentiero 19A che in pochi minuti ci permette di rientrare alla Kiener Alm.

domenica 24 maggio 2020

Seceda


24 maggio 2020 - 1484
Seceda

In primavera, quando gli impianti sciistici del Col Raiser sono chiusi, raggiungere la cima del Seceda e girovagare sotto le Odle è un incanto.

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Zona: Val Gardena
Gruppo: Odle Puez
Mappe: 4Land: 182 - TABACCO: 05 - KOMPASS: Digital Map Alpi -
Dislivello metri: 980         Tempi ore: 5:45  Distanza Km: 16 Valutazione: E
Itinerario:  Posteggio Daunei (1700), Juac (1900), Sangon (1823), Cuca (2020), Chiesetta Fermeda (2150), Daniel (2228), (Sofie 2410), Rist. Seceda (2456), cima Seceda (2518), Pieralongia (2297), sent. 13B (2290), Rif. Firenze (2040), Biotopo (1865), Juac (1900), posteggio (1700).

Da Selva Gardena saliamo all’ampio posteggio che si trova sopra Daunei, siamo a quota 1700.
Seguendo il sentiero 3 che sale fra prati in fiore e larici (Foto 1)
raggiungiamo il Rifugio Juac e proseguendo in leggera discesa andiamo a innestarci nel sentiero 1 proveniente da Selva Gardena. Qui si trova anche un bel laghetto in cui si specchiano le cime delle Odle (Foto 2).
Seguendo le indicazioni Sangon prendiamo a sinistra e dopo una breve discesa abbandoniamo l’1 raggiungendo il rifugio Sangon. Ci troviamo fra i prati del Col Raiser che in inverno sono ampie piste da sci punteggiate da innumerevoli rifugi (Foto 3),
che però in questa stagione sono tutti chiusi. Anzichè seguire i sentieri numerati utilizziamo dei sentierini che guadagnano velocemente quota e puntano direttamente a nord verso la cima del Seceda. Tocchiamo il rifugio Gamsblut, malga Neida, il rifugio Cuca e raggiungiamo la chiesetta che sorge poco sopra il rifugio Fermeda (Foto 4).
È la cappella all’Alpe di Mastlè costruita nel 1969 per desiderio di Carolina Comploj colpita dalla tragica morte di due figli. Continuiamo a salire seguendo i viottoli che tagliano i prati raggiungendo i rifugi Daniel, Sofie e con un ultimo duro strappo il ristorante-pizzeria Seceda ai cui lati persistono ancora chiazze di neve. Siamo giunti sullo spartiacque che divide la Val Gardena dalla Val di Funes e qui si aggirano tranquillamente delle marmotte (Foto 5).
Con un ultimo strappo arriviamo alla cima del Seceda, caratterizzata da un bellissimo e alto cristo di legno (Foto 6).
Il punto è altamente panoramico e qui si trova anche un’artistica tavola di orientamento. Si vedono a nord le Alpi
Austriache, i Monti della Val Aurina e il Sass da Putia, siamo sul fianco delle Odle (Foto 7),
e a sud abbiamo Sella, Sassolungo, Catinaccio, Sciliar tante altre cime ben visibili ma più lontane. Su una comoda panchina addossata alla stazione della seggiovia possiamo fare la sosta pranzo Alla ripresa del cammino tagliando sui prati caliamo al sottostante sentiero 1. Lo seguiamo verso est fin che a m 2315 lo abbandoniamo per prendere il 2B in direzione della ferrata del Sass Rigais. Procedendo quasi in piano, mentre già ci appare la “Pieralongia”, caratteristica roccia acuminata che sembra spuntare dal terreno, arriviamo al rifugetto che prende il nome dalla roccia. Il nostro cammino verso levante ai piedi delle Odle non termina qui, sempre seguendo il 2B superiamo prima il bivio col 4A diretto al Col Raiser, poi la Pieralongia per arrivare a quota 2290 al bivio col sentiero diretto al Rifugio Firenze, il 13B. Dopo un tratto in discesa ci appare in distanza la sagoma del rifugio che raggiungiamo con un ultimo tratto quasi in piano. Le origini del Rifugio Firenze / Regensburger Hütte risalgono come semplice ricovero al 1888, e come rifugio al 1905 può quindi considerarsi come “rifugio storico”. La forestale con segnavia 1-3 ci porta ai 1850 metri del laghetto da cui siamo passati al mattino e da qui dopo essere risaliti al rifugio Juac caliamo infine al posteggio di Daunei.